Tempo fa vi avevamo parlato di una band modenese, i KAOS INDIA, e lo scorso sabato 22 giugno siamo andate a Sassuolo, al Rometta Music Festival, per sentirli suonare dal vivo e scambiarci quattro chiacchiere così da farveli conoscere meglio.

Non ci resta che augurarvi buona visione e buona lettura per chi fosse troppo pigro da aprire il video! 😉
Presentatevi.
Francesco: Quattro stronzi: i KAOS INDIA.
Com’è nato il nome KAOS INDIA?
Mattia: KAOS viene un po’ dalla nostra visione di gruppo musicale: noi siamo prima di tutto amici, quattro persone che vogliono vivere il caos di questo mondo, caos che può essere anche positivo da cui possono nascere cose positive e di cui non bisogna avere paura. INDIA, invece, è il nome di un ostello che si trova tuttora a New Orleans in cui io mi fermai tanti anni fa, un viaggio in cui mi trovavo da solo. Viaggio che feci per crescere come essere umano e questa tappa in particolare fu quella che mi permise di iniziare a vivere positivamente il viaggio che stavo affrontando. Abbiamo deciso di utilizzare questo nome come buon auspicio.
Da quanto è che siete amici?
Siamo amici da una vita, già da prima di formare la band. Ognuno di noi aveva già altri progetti e ad un certo punto c’è stato un momento che ha dato vita a tutto: la laurea del chitarrista, di Francesco. Abbiamo fatto una jam session, alimentata da gin tonic e birrette, in un sotterraneo di un palazzo a Modena e in quel momento lì sono nati i KAOS INDIA.
Voi siete completamente fuori da quello che è l’indie italiano (se così si può chiamare) che va tanto di moda adesso. Cosa ne pensate di questa ondata di musica italiana e di quelle band che si distaccano da essa per non farsi etichettare?
È sicuramente una cosa positiva perché ha portato molti giovani ai concerti, tanta gente adesso scopre nuove band e vanno ai concerti. Noi siamo fuori e diciamo che ce ne siamo un po’ fatti una ragione. Ci sono molte copie, molti artisti che si sono lanciati in quel genere solo per poterne cavalcare l’onda. Unica cosa: secondo noi dovrebbe esserci più spazio per tutti. In questo momento nella musica italiana c’è molta esclusività ed è un atteggiamento sbagliato. Detto questo noi ascoltiamo molte band italiane e le rispettiamo.
Uno di questi artisti che vi piace particolarmente?
Vincenzo: nell’it-pop io dico Calcutta e Thegiornalisti.
Francesco: Motta.
Artisti internazionali a cui siete legati?
Arctic Monkeys, Kings of Leon, Oasis…
All’estero come andate?
Molto bene! Abbiamo fatto delle date nell’est Europa (Serbia, Slovacchia, Polonia…) e ci siamo divertiti davvero molto.
Come nasce la vostra musica?
Noi suoniamo tantissimo in sala prove, facciamo tantissime prove in cui suoniamo insieme e cerchiamo di buttare giù nuove idee. Da lì poi nascono le strutture dei pezzi e spesso è Francesco che arriva in sala con delle idee nuove, poi ci sediamo insieme e buttiamo giù delle bozze di testo. In generale siamo molto precisi e lavoriamo tutti e quattro per tantissimo tempo su ogni brano.
Quanto ci avete messo a realizzare l’ultimo disco, Wave?
Un paio d’anni. Tra scrittura, registrazione e trovare un partner per farlo uscire. Quasi un anno solo per trovare il contatto con Universal per poi farlo uscire ed è stato davvero difficile.
Canzone dell’album a cui siete più legati?
Vincenzo: È dura perché va molto a momenti e personalità.
Mattia: Io sicuramente sono molto legato ad Half perché fa parte di quell’irrequietezza non solo del musicista, ma dell’animo umano, a quella ossessione e ricerca di una parte di noi stessi.
Modena cosa rappresenta per voi?
A Modena nasce tutto. È la città che amiamo, che alcune volte ci ha fatto anche soffrire, ma è sempre la nostra casa e in qualche modo anche la nebbia ha plasmato la nostra musica. È la nostra croce e la nostra delizia. È quel posto che quando sei adolescente ti sta stretto e poi dopo crescendo la rivaluti e inevitabilmente la ami.
Vincenzo:Io sono nato a Foggia, ma Modena la sento mia, ci sono tante cose e tante persone che mi fanno sentire a casa. È quasi un riparo.
Avete già iniziato a scrivere altro o siete fermi al momento?
Abbiamo già scritto metà album.
Tour?
Abbiamo diverse date, tra cui il Pistoia Blues domenica 7 luglio 2019 che è la più importante.
Serena